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Archivi del Novecento. Dodici autori letti attraverso le teche RSI |
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Ciclo di incontri pubblici organizzati dall'Istituto di studi italiani in collaborazione con RSI Rete Due. |
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Mercoledì
17.04
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Auditorium (USI)
ore 18:00
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Leonardo Sciascia (1921-1989) è stato uno scrittore e intellettuale siciliano, italiano, europeo, fra i più lucidi e impietosi, anticonformisti del Novecento. Nato a Recalmuto, si formò sugli illuministi francesi e italiani, coniugando la limpidezza del ragionamento e una risentita coscienza civile, che lo portò fra il 1979 e l’83 a entrare in Parlamento come deputato del Partito radicale. È stato detto che mentre gli illuministi partivano dall’oscurità per arrivare alla luce, Sciascia partiva dalle cose visibili per penetrare nei meandri oscuri del potere. Di sé dichiarò: «Credo di essere saggista nel racconto e narratore nel saggio. Perfino Il Consiglio d’Egitto (1963), che è il mio libro più raccontato, è in effetti un saggio». Storia e scrittura, razionalità e ambiguità, verità e falsificazione, gusto quasi metafisico per il “giallo” e polemica sociale-politica, «sicilitudine e mafia», si intrecciano inestricabilmente nei suoi libri. Fra i titoli principali: Le parrocchie di Regalpetra (1956); Il giorno della civetta (1961); Pirandello e la Sicilia (1961); Morte dell’inquisitore (1964); A ciascuno il suo (1966); La corda pazza (1970); Todo modo (1974); L’affaire Moro (1978).
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