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Fiducia.
Una scuola è fatta di studenti che vogliono imparare, che si mettono in gioco ben sapendo che è un periodo fondativo della loro vita, ma anche di studenti che la frequentano senza capire fino in fondo l’intenzione che li muove ma sono appassionati e immaginativi; ed è fatta di professori, che agli impegni nei loro uffici affiancano il lavoro con gli studenti su temi e progetti a volte difficili o ingenui ma sempre ricchi e veri; ed è fatta di docenti desiderosi di trasmettere sapere e sperimentare, di collaboratori coscienti del ruolo pubblico e formativo dell’istituzione, di una logistica impegnata a rincorrere ma anche ad anticipare, per migliorare e correggere, di persone, tutte, che costruiscono collegialmente una grande architettura votata alla diffusione della conoscenza.
Particolarmente in questo periodo difficile, l’intenzione, la voglia, il bisogno di partecipare, di dare il proprio contributo, di esserci, anche se purtroppo non sempre fisicamente, è sorretto non solo dall’istinto di sopravvivenza ma forse ancor più da un desiderio forte di giustizia e di bellezza.
In questo senso a tutti, dai professori emeriti e fondatori ai docenti invitati; dagli studenti di primo anno, nel loro primo semestre, ai diplomati festosi che lanciano l’alloro nell’ultima festa di Diploma, agli studenti del passato che ora hanno costituito la loro importante associazione; da chi è parte della struttura amministrativa, logistica, organizzativa in genere, a coloro che reggono istituti e laboratori, si dedicano alla pubblicazione di libri, all’organizzazione di mostre, alla gestione della Biblioteca, dell'Archivio; dai conferenzieri che hanno accettato i nostri inviti ai tanti che li hanno seguiti dalle loro case; dagli Amici che sostengono l’Accademia con borse e diverse iniziative, ai colleghi delle altre facoltà, al Rettorato e alla Presidenza dell’USI; a tutti esprimo la gioia per questa straordinaria architettura vivente che siamo.
Tutto, forse, in una sola parola: meravigliosa fiducia.
Buon Natale e felice anno nuovo,
Riccardo Blumer
Trust.
A school is made up of students who want to learn, who get involved knowing full well that this is a foundational period in their lives, but also of students who attend without fully understanding the purpose guiding them, yet are impassioned and imaginative. And it is made up of professors, who combine their professional commitments with work with students on issues and projects that are at times difficult, at others ingenuous but always rich and true. And is made up of teachers eager to transmit knowledge and experience, of collaborators aware of the public and formative role of the institution, of a logistic service committed to pursuing but also anticipating, improving and correcting, of people, all of whom build a great architecture devoted to the dissemination of knowledge.
Particularly in this difficult period, the intention, the urge, the need to participate, to make a contribution, to be present, even though unfortunately not always physically, is supported not only by the instinct of survival but perhaps even more by a strong desire for justice and beauty.
In this respect, to everyone, from professors emeritus and founders to visiting professors; from freshers, in their first semester, to joyful graduates who toss the laurel wreath at their last graduation party, to the alumni, who have now formed their important association; from those who are part of the administrative, logistic, organisational structure in general, to those who run institutes and laboratories, devote themselves to publishing books, organising exhibitions, managing the Library and the Archivio; from the lecturers who accepted our invitations to the many who followed them from their homes; from the Friends who support the Academy with scholarships and various initiatives, to colleagues from other faculties, the Rectorate and the Council of the USI; to each and all I express my joy for this extraordinary living architecture that we are.
All, perhaps, in a single word: wonderful trust.
Merry Christmas and a Happy New Year,
Riccardo Blumer |
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