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Stefano Prandi
Dal monello al burattino. Il "Giannettino" ne "Le avventure di Pinocchio"
Lunga è stata la rincorsa per Collodi prima di fabbricare il suo immortale burattino: dal giornalismo umoristico alla tradizione favolistica ai libri per la scuola. Il primo di essi, “Giannettino” (1877), propone un originale percorso formativo per i ragazzi attraverso le vicende e le avventure dell’eponimo protagonista, un monello sempre in fuga dalla retta via, proprio per questo capace di porsi come progenitore del suo futuro fratello di legno.
Dopo un sintetico confronto col libro più fortunato dell’editoria scolastica del primo Ottocento, il “Giannetto” di Luigi Alessandro Parravicini, la lettura si soffermerà su alcuni episodi che mostrano la varia e profonda influenza del “Giannettino” su “Le avventure di Pinocchio”. Nel “Giannettino” non manca quasi nulla del repertorio del capolavoro collodiano: uccelli parlanti, burattini, osterie manzonianamente piene di insidie. Dietro le pur vistose differenze, si delinea un percorso nella storia dei due personaggi che indica la scuola come necessario approdo di una formazione che finisce per avere ragione della loro natura recalcitrante e ribelle.
Video disponibile qui