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Lettura manzoniana
III ciclo
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«Quel ramo del lago di Como...». Lettura dei Promessi Sposi
[day of the week]
30.10
Auditorium (Campus USI, Lugano)
18:00
Roberto Gilodi
Manzoni, Goethe, Winckelmann
L’incontro letterario tra Manzoni e Goethe si colloca sotto la costellazione di un progetto utopico: quello goethiano di una Weltliteratur. Intorno a questa utopia, che l’anziano poeta di Weimar inizia a coltivare a partire dall’antologia poetica "Westöstlicher Divan" (1819) e dalle traduzioni ivi contenute, si muovono i fili di una comunicazione letteraria che vede coinvolta la Francia e l’Italia dei primi decenni dell’Ottocento. Più precisamente due città: Parigi e Milano.
Goethe aveva allora 69 anni, Manzoni 33. Goethe ammira di Manzoni la resa mitopoietica della sua ispirazione religiosa pur essendo distante dall’ispirazione cattolico-romana del poeta milanese. Manzoni avverte, dal canto suo, un’affinità con il poeta di Weimar nella scelta dei soggetti tragici prelevati dalla storia. Ad esempio nell’"Egmont" egli vede analogie di impostazione drammaturgica con il "Conte di Carmagnola". Ma a dispetto delle affinità tematiche si evidenziano anche le considerevoli distanze nel trattamento dell’elemento storico. In particolare le osservazioni goethiane sui "Promessi sposi", consegnate alle annotazioni di Eckermann del 1827 rivelano le riserve di Goethe rispetto al trattamento poetico del dato storico. La lezione si propone di mettere a fuoco gli snodi teorico-letterari più rilevanti di questa amicizia a distanza a partire dalle rispettive premesse e osservandone gli esiti differenti.