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Lettura manzoniana
III ciclo
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«Quel ramo del lago di Como...». Lettura dei Promessi Sposi
Mercoledì
06.11
Auditorium (Campus USI, Lugano)
18:00
Stefano Prandi
Epilogo: la «fretta del lettore» e un finale anti-idillico
Il «romanzesco», cioè l'insieme di quei temi e artifici letterari che la narrativa europea aveva predisposto per tener avvinta l'attenzione del lettore, è una componente che è sempre stata vista con diffidenza dal Manzoni, e già tenuta a distanza nel "Fermo e Lucia". Ne "I promessi sposi", ancor più, non saranno i colpi di scena spettacolari o le situazioni erotiche a sostanziare il racconto ma la tormentata dimensione interiore dei personaggi, confrontata ai drammatici eventi della storia.
Che accade, però, quando, nell'ultimo capitolo del romanzo, gli impedimenti al matrimonio dei due promessi sono ormai sciolti e non sembra esserci più nulla da narrare se non un'opaca quotidianità borghese? Se la macchina del racconto rallenta fino quasi ad arrestarsi e il narratore sembra ritrarsi in una posizione di dichiarata impotenza, altri aspetti emergono in modo significativo, aspetti legati alla responsabilità del lettore nel giudicare un finale tutt'altro che idillico e pieno di contraddizioni, così simile, in ciò, alla vita. Questo il problematico tratto formale e contenutistico che il capolavoro manzoniano consegnerà al romanzo del Novecento, una volta caduta ogni aspirazione al pittoresco e alla partecipazione empatica del lettore.