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Lettura manzoniana
III ciclo
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«Quel ramo del lago di Como...». Lettura dei Promessi Sposi
Mercoledì
04.12
Aula A21 (palazzo rosso)
18:00
Gino Tellini
I Promessi sposi e la tradizione romanzesca italiana
Il capolavoro di Manzoni segna, nel 1827, una svolta radicale nella letteratura italiana. Non solo nobilita un genere letterario finora considerato illegittimo e immorale, nella nostra tradizione classicistica, ma soprattutto introduce un rinnovamento profondo, dopo gli esperimenti romanzeschi eroici, avventurosi, didascalici del Sei-Settecento e dopo lo straordinario esempio di Foscolo ("Ultime lettere di Jacopo Ortis", 1802). L’ "Ortis" è un romanzo dell’“io”, lirico-sublime-tragico, teso come una corda di violino; "I Promessi sposi" sono un romanzo del “noi”, polifonico e orchestrale, che presenta un intreccio di voci e di situazioni diverse. Con "I Promessi sposi" la letteratura italiana ritorna con i piedi in terra, dopo tre secoli, dal decollo della codificazione classicistica del primo Cinquecento.
Manzoni vince la sua battaglia. Ma, subito dopo di lui, si assiste alla restaurazione classicistica per oltre mezzo secolo nell’Italia Unita, prima carducciana e poi dannunziana. La lezione dei "Promessi sposi" è accantonata per differenti esperienze e gli autori che continuano sulla sua strada sono posti ai margini dell’ufficialità nazionale (da Verga a Svevo allo stesso Pirandello, a Tozzi…). Un maestro come Gadda, in pieno Novecento, deve ancora combattere in difesa di Manzoni