Archive / Istituto di studi italiani / Lo_spazio_delle_donne_Bisello_Pellizzato
USI - Email
 
 
Università
della
Svizzera
italiana
ISI
 
 
 
  
 main_banner
 

Cosa può la letteratura, e come. Lo spazio delle donne

 
 
 

Il nuovo ciclo di Letture dell’ISI è dedicato allo spazio delle donne della letteratura, preso atto della persistenza di un divario di genere che nel corso della storia ha «oscurato, silenziato, internato» il «lavoro materiale, culturale» delle scrittrici (Brogi). L’idea e, soprattutto, la pratica di uno spazio delle donne invita chi ascolta a uscire dal campo nel quale è generalmente abituato a muoversi. Attraverso un percorso tematico e transdisciplinare che parte dalla letteratura greca per arrivare al presente, si apre la possibilità di nuove prospettive e di nuove parole che sappiano fare i conti anche con la necessità di superamento dei confini di genere.

 

Lunedì

25.11

Aula A-31, Campus Ovest USI
18:00-19:30
  
 

Scrittrici e mediatrici letterarie della migrazione: itinerari e casi tra XX e XXI secolo
Linda Bisello, Giulia Pellizzato
Lo spazio che esploreremo in questo dialogo è delineato dagli itinerari di molteplici andate e ritorni, di persone e di testi, che attraversano margini geografici, culturali e linguistici, portando a ripensare il “dentro” e il “fuori” del canone letterario. Dislocare la prospettiva sulla tradizione italiana significa poterla considerare anche come letteratura straniera in uno spazio multiculturale. Percorreremo quindi un tragitto doppio a cavallo fra due secoli: dalle scrittrici della diaspora – in prevalenza dalle ex-colonie italiane – dei decenni più recenti alla diaspora della narrativa italiana fra anni Cinquanta e Sessanta. Se lo spazio delle donne vuole essere anche uno scenario di futuro multiculturale, «dove le identità altre abbiano riconoscimento e spazio» (Brogi, 105), la nozione di alterità riferita alle scrittrici della migrazione si rivela in tutto lo spaesamento (l’esperienza dell’esilio) e la marginalità (dal canone letterario) di soggetti «fuori posto» (Said, 10), in cerca di una lingua per dirsi: «Quante lingue ho dovuto, ho voluto imparare, qua e là, per entrare dentro la gente» (Ali Farah, 115). Ricostruire le traiettorie e il contributo di donne variamente legate all’editoria transatlantica del secondo dopoguerra permette, d’altro canto, di ricomporre i ruoli disparati attraverso cui queste figure contribuirono alla costruzione del discorso letterario operando ai margini del sistema editoriale e culturale. Testi e soggetti in transito offrono un’opportunità preziosa per indagare «nuove prospettive, nuovi ponti e forme di reciprocità» (Brogi, 110).