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Cosa può la letteratura, e come. Lo spazio delle donne

 
 
 

Il nuovo ciclo di Letture dell’ISI è dedicato allo spazio delle donne della letteratura, preso atto della persistenza di un divario di genere che nel corso della storia ha «oscurato, silenziato, internato» il «lavoro materiale, culturale» delle scrittrici (Brogi). L’idea e, soprattutto, la pratica di uno spazio delle donne invita chi ascolta a uscire dal campo nel quale è generalmente abituato a muoversi. Attraverso un percorso tematico e transdisciplinare che parte dalla letteratura greca per arrivare al presente, si apre la possibilità di nuove prospettive e di nuove parole che sappiano fare i conti anche con la necessità di superamento dei confini di genere.

 

Lunedì

09.12

Aula A-21, Campus Ovest USI
18:00-19:30
  
 

«Se ora tu bussassi alla mia porta». Patrizia Cavalli e lo spazio della poesia
Sara Sermini, Vega Tescari
A un anno dalla morte di Patrizia Cavalli, avvenuta nel 2022, sono usciti due brevi documentari incentrati sulla sua figura: uno della regista Céline Sciamma ("This Is How a Child Becomes a Poet"), l’altro diretto da Annalena Benini e Francesco Piccolo ("Le mie poesie non cambieranno il mondo"). Tra il mese di maggio e agosto del 2024, il MACRO di Roma ha inoltre dedicato un’esposizione a Patrizia Cavalli intitolata "Il sospetto del paradiso". Sia le citate opere audiovisive sia la mostra hanno dato grande rilievo allo spazio della casa romana in cui la poeta viveva. In un accorato ricordo dell’amica, Giorgio Agamben si domanda: «ma è davvero possibile separare Patrizia dalla sua casa, quella casa che scomparirà ora per sempre insieme alle mille cose che la riempivano, cianfrusaglie o oggetti meravigliosi che erano il mondo di Patrizia – erano, cioè, in qualche modo Patrizia, perché il mondo, il corpo e la mente non si possono separare?». Quello che proveremo a fare in questo dialogo sarà partire dallo spazio della casa per lasciare sullo sfondo la dimensione "mitobiografica" ed entrare nel «sempre aperto teatro» della sua poesia. Lo faremo da un lato procedendo per immagini: la casa, la porta, gli armadi e i cassetti, gli oggetti, gli abiti e le scarpe consentiranno di incontrare "L’io singolare proprio io" (titolo di una sua raccolta del 1992) che abita i versi di Cavalli e una lingua antielegiaca, «tanto ossessivamente e metricamente intenta a dire “io”», come ha messo in luce Agamben in "Categorie italiane", da distaccarsene, in una maniera tragicamente ironica. Dall’altro lato si evidenzierà come relazioni e dinamiche tra corpo, spazio e oggetti diano vita a “scene” animate da percorsi tra distanze e prossimità, dentro e fuori.