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| Le letture luganesi del 2023 organizzate dall'Istituto di studi italiani saranno nuovamente dedicate alla poesia in lingua italiana del secondo Novecento. Si tratta di una tradizione importante, che continua a dimostrare una grande vitalità e un séguito notevole anche nella sua ricezione pubblica. Quest'anno le letture ci permetteranno di conoscere meglio poeti che hanno assunto un'importanza decisiva nella storia della letteratura novecentesca come Gozzano, Montale, Pasolini, Sereni e Giudici, nonché figure di estrema originalità e interesse come Bartolo Cattafi, Giovanni Orelli, Vivian Lamarque e Amelia Rosselli. |
| Lunedì 09.10 | Auditorium, Campus Ovest 18:00 - 19:30 | | |
| Chi è Felicita? È la «servente indigena e prosaicissima», dal «volto quadrato, scialbo, roseo, lentigginoso, senza pupille, senza ciglia, senza sopracciglia», che assiste il poeta nel ritiro montano di Ceresole Reale, della quale egli scrive ad Amalia Guglielminetti nell’agosto 1907? La «creatura provinciale, senza cipria e senza busto», che in un disegno letterario di poco posteriore assume il nome di «signorina Domestica»? O non è piuttosto, com’è la voce poetante stessa a sospettare, l’ennesima delle «donne rifatte sui romanzi», lei, che nel momento dell’addio si atteggia «come in un cantico / del Prati»? Altre immagini si sovrappongono: la «signorina», esile mito intessuto con ironia e mestizia in dialogo con Amalia; Félicité, la domestica di "Un cœur simple" di Flaubert, fors’anche Dulcinea del Toboso: «Non l’arte imita la vita, ma la vita l’arte» ("Torino del passato"). Di questa massima Gozzano sperimenta e mette in scena la paradossale verità, nell’età in cui, come suggerito da Edoardo Sanguineti, nella relazione vita/arte si manifesta con urgenza «il problema del rapporto con la realtà nell’epoca in cui essa diviene tecnicamente riproducibile». |
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